brakucha

NEL MIO BLOG SI PARLA PRINCIPALMENTE DEI MIEI INTERESSI, IL CINEMA SU TUTTI O QUALSIASI ALTRA COSA MI PASSI PER LA TESTA

martedì, febbraio 26, 2008

Paolo Sorrentino

Ho deciso di parlare di Sorrentino perchè l'ho visto alcuni mesi fa a Roma, in occasione di un incontro alla casa del cinema, preceduto dalla proiezione del suo film di maggior successo, "Le conseguenze dell'amore".
E' stato un incontro fondamentale per me, un punto di vista originale che mi ha aiutato ad aprire gli occhi e a credere più nelle mie possibilità, invece di imitare gli altri.
Beh, per cominciare il film, anche se l'avevo già visto, mi ha sorpreso di nuovo, rimango sempre sconvolto dalla storia, dal modo in cui è raccontata, dalla essenzialità e dalla mancanza di banalizzazioni, dal fascino misterioso del personaggio, dal suo rapporto estremamente complicato con l'amore. Dai rituali della mafia, da, come ha detto il regista, il modo sostanzialmente veritiero in cui vengono messi in scena i loro rituali, senza enfatizzare il ruolo di cattivo, senza, come avviene nelle altre centinaia di rappresentazioni, il mafioso diventa una macchietta.
L'intervista si è rivelata una conversazione molto interessante, Sorrentino è stato talmente schietto che a volte il pubblico intervistatore, aspettandosi una risposta degna delle domande, ovvero un luogo comune, è rimasto spiazzato.
Una signora gli ha chiesto perchè in una scena si vede il personaggio che si gira e per un paio di secondi guarda un gruppo di ragazzi giocare a basket in strada. Lei si aspettava chissà quale motivo concettuale e intellettuale, invece Sorrentino ha semplicemente detto che quella scena non ha nessun significato. E' un tassello che ha messo lì senza nessun motivo.
Stupendo.
Ha aggiunto che questo è uno dei motivi per cui gli piace scrivere cinema, scrivere anche una scena senza senso, che a volte sono anche le più stimolanti per gli sceneggiatori.
Un altro motivo per cui ho annoverato Sorrentino tra i miei registi preferiti è perchè non gli piace il jazz.
Lo so, è una cavolata, però per me è stata la risposta che mi è rimasta più impressa.
Tutti, ma dico tutti i registi, filmaker, intellettuali che sentivo manifestavano il loro amore per il jazz. Sembra essere lo stile musicale preferito dai creativi, quindi a chi non piace non ha quella vena artistica degna dei grandi.
A me il jazz non piace, non ci posso fare niente, e questo fatto mi sembrava una mancanza, mi sforzavo a farmelo piacere, ma non ci riuscivo, quasi ero costretto a mentire dicendo che mi piaceva. Per questo le parole di Sorrentino sono state una manna dal cielo: anche a un grande regista, considerato un dei più innovativi del cinema italiano, non piace il jazz. Che soddisfazione.
Poi un'altra rivelazione sconvolgente è stata l'ammissione di scrivere la sceneggiatura da solo. Anche in questo caso, in tutti gli incontri che ho seguito, tutte le personalità dichiaravano che il cinema è un'arte da scrivere in gruppo. La sceneggiatura è una composizione frutto si una collaborazione. Invece Sorrentino ha scritto "Le conseguenze dell'amore" da solo.
Anche questa è stata un'iniezione di fiducia non indifferente. Credevo che per scrivere una storia dovevo chiamare qualcuno, ma non conoscevo nessuno, quindi ero rassegnato.
Quindi ho fatto bene a prendere a fare 4+4 ore di treno. Ne è valsa proprio la pena.
Ce ne sarebbero altre di cose da dire, ma mi limito a raccontare la mia esperienza e le mie considerazioni personali, poi se volete saperne di più guardate i suoi film.
Poi dai, lo ammetto, non è stato un sacrificio andare a Roma, anzi, sfrutto ogni occasione per farci un giro, mi piace sempre di più ogni volta che ci vado, sarebbe una meraviglia sentirmela "mia".
Vabbè, ma di questo forse ne parlerò un'altra volta.
Arrivederci alla prossima. Grazie Paolo Sorrentino.

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lunedì, febbraio 25, 2008

Cloverfield

Se siete delle personi con la mente aperta DOVETE andare a vedere Cloverfield.
Se siete dei drogati di Lost DOVETE andare a vedere Cloverfield.
Se volete assistere ad un'esperienza diversa rispetto ai soliti film DOVETE andare a vedere Cloverfield.
Forse questo mio annuncio arriva un pò in ritardo, dipende dalle città, da me il multisala dopo una settimana l'ha tolto (rileggetevi la prima frase e collegate...).
Io non sapevo niente del film prima di entrare in sala, non avevo idea su come fosse raccontata la storia, avevo solamente visto qualche video su youtube, in cui era miscelata cinicamente la realtà dei telegiornali con la* finzione della trama e la linea di demarcazione tra i due mondi era molto sottile, creando un'operazione
Vi avverto, prima di entrare in sala dovete essere preparati, dovete essere consci di assistere a qualcosa di diverso. Ah, poi, se eravate indecisi se andare a vedere "Scusa ma ti chiamo amore" o "Cloverfield", allora andate a vedere il film di Moccia, anzi, se vi è passata per la mente l'idea, anche lontata, di andare a vedere quel "film", allora andate via da questo blog, guardate, vi aiuto, cliccate quà.
Se vogliamo per forza catalogare Cloverfield in un genere, possiamo abbinarlo al mockumentary, ok, per chi non ha capito posso citare "The blair witch project", così comprendono tutti. (gli altri, non tu, no, tu avevi già capito a "mockumentary").
Insomma, l'dea è quella di un documento amatoriale completo, con tutte le caratteristiche che si porta dietro: movimento di macchina frenetico, linea registica (apparentemente) inconsapevole, buchi nella trama ecc.. Questi possono essere visti come difetti, soprattutto la mancanza di spiegazione dettagliata della storia, ma invece è quello che io apprezzo di più.
Molti hanno detto che il film non gli è piaciuto perchè non è stato spiegato il com'è arrivata quella cosa, perchè è capitato quel fatto, com'è finita. Secondo me invece questa scelta di lasciare dei punti di domanda è un atto molto coraggioso da parte degli sceneggiatori, perchè va contro la tendenza attuale del cinema (soprattutto commerciale, di cui Cloverfield in fin dei conti fa parte) di raccontare tutto e di più, per evitare di lasciare lo spettatore con un minimo di dubbio sulla storia. E' questo il motivo principale per cui ho deciso di dedicare un post a Cloverfield, proprio perchè ha rispetto dei suoi spettatori, talmente tanto da considerarli maturi.
La parola d'ordine è sempre quella: avere la mente aperta, il segreto sta tutto là, che non soltanto vi farà apprezzare Cloverfield, ma gran parte dell'arte in generale.
Ah, mi raccomando, fatevi accompagnare da amici a loro volta di mente aperta, sennò il vostro sforzo è invano.
Può capitarvi che il vostro amico non sia propriamente disponibile a qualcosa di diverso, quindi manifesti spudoratamente il suo disappunto in sala, a voce alta nel bel mezzo della proiezione. Il massimo sarebbe sedere vicino ad un gruppo di ragazzetti neanche loro contentissimi della scelta del film, che, con le gambe distese sulla poltrona davanti, continuano a proliferare commenti negativi e intimidatori verso il regista.
Se siete così sfortunati dovete avere con voi un'abbondante fornitura di pazienza e una dozzina di manciate di indifferenza, così da apprezzare almeno voi (l'unico in sala) la visione del film.
Sarà dura, ma vi assicuro che all'uscita dalla sala sentirvi l'unica persona che è riuscita a captare il senso del film vi darà una gratificazione che vi ricompenserà della fatica compiuta.
Fidatevi, ne so qualcosa...
Cos'altro c'è da aggiungere? Il doppiaggio, beh, il discorso è sempre lo stesso, sarebbe meglio scegliere, ma comunque la versione italiana non è stata così malvagia, dai, per questa volta passa.
Poi lasciatemi spendere due parole per New York... che dire... una meraviglia, Matt Reeves me l'ha fatta vedere da un punto di vista differente, più reale e terrena. Lo sapete, ho un debole per questa città e devo confessarvi che la sua presenza è stata un fattore fondamentale che mi ha convinto a prendere la macchina, convincere senza possibilità di rifiuto alcuni amici e andare al cinema. Sono stato pienamente ripagato dalla cruente e incantevole immagine di una città piena di contraddizioni e di insicurezze, di impagabili bellezze e speranze. Che meraviglia.
Vi lascio con questo ricordo sperando di avervi aperto la mente a tal punto da apprezzare questo video di 90 min. girato da un ragazzo alla festa d'addio di un suo amico.
Già che ci sono metto anche il trailer:


Comunicazione di servizio:
Ho notato che alcuni video dei post precedenti non sono più disponibili. Cercherò di provvedere alla sostituzione il più presto possibile. Scusate il disservizio.
Se avete letto questo avviso, ma i video funzionano, sappiate che ho lavorato per voi. Prego


*
Da quì in poi avevo scritto l'articolo tutto d'un fiato, preso da una misteriosa vena d'ispirazione. Per qualche strano motivo che non cercherò di capire per non aumentare la mia rabbia, credo che si sia disconnesso da solo, quindi il salvataggio automatico dava errore. Premendo nel pulsante del salvataggio, mi sono collegato alla home del blog, oppresso dala brutta sensazione che il tentativo di salvataggio era miseramente fallito. Così era.
Bè, sappiate che ho dovuto riscrivere da questo punto l'intero post, cercando di seguire i vari concetti del precedente. Fortunatamente sono riuscito a riprendere in maniera decente l'ispirazione e a concludere l'articolo. Spero almeno che a qualcuno sia piaciuto, ne sarei onorato.

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