brakucha

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mercoledì, luglio 18, 2007

Little miss sunshine



Mi sono innamorato di questo film guardando solo questi primi minuti, anzi, già quando inizia quella musica, quella marcia incalzante, poi il primissimo piano di Olive... che Meraviglia.
I sostenitori della teoria "primi minuti buoni=film buoni / primi minuti tremendi=film tremendi" saranno più che soddisfatti di "Little miss sunshine" e lo porteranno come esempio a favore della loro tesi, perchè più andando avanti con la trama più si capisce che questo film ha qualcosa in più rispetto agli altri.
Non mi dilungherò sulla trama, anzi, non ve la dico per niente, io quando l'ho visto non avevo idea di cosa si parlasse e perciò sarebbe una violenza costringervi a farvelo sapere.
Basta dirvi che la protagonista principale è una famiglia, non la solita famiglia media americana, ma UNA famiglia americana, con tutti i suoi problemi e difficoltà che agli occhi di estranei possono sembrare stranezze, ma vissuti dall'interno sono tutt'altra cosa, diventano normali.
Ogni membro di questo "gruppo" ha una storia da raccontare, si potrebbe girare un film per ognuno. Potremmo avere 6 film uno più bello dell'altro, ognuno che racconta una storia intensa, interessante, fuori dal "comune" e quindi più che mai reale.
Personalmente quella che mi ha attratto di più è la storia di Dwayne, mi sorprende come i genitori possano vivere la sua situazione con tanta tranqullità, a me l'hanno mostrata diversa, o meglio, a me l'hanno mostrata, poi sono stato io a dargli la mia interpretazione e a rendere la vicenda parecchio articolata, con un senso perenne di angoscia.
Vebbè, poi c'è lo zio, il nonno, la bambina, i genitori tutti insieme impegnati in un viaggio. Con tutte le implicazioni interrelazionali che un viaggio comprende: metafora di vita, specchio della condizione umana e altre menate varie.

Passando all'aspetto tecnico, la cosa che mi ha colpito, a parte che i registi sono due (Jonathan Dayton, Valerie Faris), è che nessuno di loro ha avuto un'esperienza importante prima di girare LMS. Le uniche opere degne di nota sono dei video musicali. E a posteriori si sente quest'esperienza, la musica è fuzionale al ritmo che si è voluto dare al film, la prima scena quì sopra è l'esempio.
Poi anche lo sceneggiatore (Michael Arndt) era alla sua prima avventura cinematografica importante (a meno che IMDB non si sbagli, ma non credo). Pensare che c'ha vinto addirittura l'oscar. Non so come interpretare questa vittoria, sono ottimista e credo che la Hollywood potente stia per virare verso la qualità. Anche perchè, non mi vorrei sbagliare, ma mi sembra che LMS non sia andata male al box office, poi c'è il dvd, insomma, è stato un affare.
Insomma, ve lo consiglio, un altro film indipendente made in USA che si rivela più che buono, d'altra parte le piccole produzioni non sono nuove a questi "miracoli", forse ho già citato "Garden State" di Zach Braff, ma posso continuare con "Fuga dalla scuola media" (o meglio "Welcome to the dollhouse" di Todd Solondz, "Me and you and everyone we know".
L'appartenenza al circuito indipendente è garanzia di qualità, anche un modo per guardare qualcosa di diverso.

P.S.: Se andate a comprare il dvd dopo aver letto questa mia "recensione", mandate una lettera alla fox e avvertitela di questo link, non si sa mai mi chiedessero di lavorare con loro.
Come potrei rifiutare un'offerta di una grande major... mica sono scemo!!!

Alla prossima.

1 Commenti:

  • Alle 12:35 PM , Anonymous Anonimo ha detto...

    Good for people to know.

     

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