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mercoledì, maggio 02, 2007

ARANCIA MECCANICA

C'è chi dice che da Kubrick in sù si parla di cinema, per il resto si tratta di film per la televisione.
Certo che guardare un suo film è un'esperienza totale, che va al di là di semplice intrattenimento.
Ho scelto di analizzare Arancia Meccanica perchè è stato il suo primo film che ho visto e che ha cambiato il mio modo di guardare la settima arte. Questa critica l'ho scritta un paio di anni fa, su alcune idee sono ancora d'accordo quindi la pubblico, poi forse ne scriverò un'altra per vedere come sono cambiato:

ARANCIA MECCANICA
Un modo per analizzare in modo superficiale "Arancia Meccanica" è considerarlo esclusivamente come un film di violenza, oppure criticarlo per le scene di nudo.
Lo scopo di questo film non è sicuramente quello di inneggiare alla sovversione o all'anarchia, bensì un altro, che ora andremo ad esaminare.

Il protagonista è Alexander DeLarge, detto Alex. E' sua la voce fuori campo che ci accompagna per tutta la durata del film e ci rivela la personale interpretazione dei fatti che lo vedono partecipe. E' a capo di un gruppo di giovani, i drughi, che passano le loro serate in un locale, Il Korova Milk Bar, a bere "latte più", oppure vanno in giro a praticare un po' di amata e sana ultraviolenza.
Di questo tratta la prima parte del film: la vita quotidiana di Alex, tra una rissa e uno stupro, intervallata con momenti insieme alla famiglia, il padre a la madre, in cui viene analizzata la scarsa importanza nei confronti del figlio. Tutto questo accompagnato dalle dolci note di Beethoven, sua grande passione.

La seconda parte, quella più lacrimogena e tragica, racconta della prigionia di Alex, catturato dopo un omicidio più o meno voluto: è condannato a 14 anni di carcere, ma dopo soli 2 anni decide di partecipare al trattamento "Ludovico", ideato per diminuire la violenza e per risolvere il problema del sovraffollamento delle prigioni.La terapia consiste nell'alterare la personalità del paziente, rendendolo incapace di fare del male, attraverso strane medicine e visioni di film violenti. Per cui, quando Alex prova a esternare la sua rabbia, sente un profondo senso di nausea che lo blocca.
Il tema su cui si basa il film è proprio questo; è giusto o no che, per il bene dello Stato e della società, un individuo debba rinunciare alla propria personalità?La risposta ce la fornisce il parroco del carcere, affermando che, quando un uomo perde la libertà di scegliere tra il bene e il male, non è più un uomo. Questa libertà ci è stata donata da Dio, ed è immorale che l'uomo si prenda la responsabilità di negarla. Chi ci crediamo di essere per sentirci padroni della vita degli altri?
Dopo questa "cura", Alex viene scarcerato e, a 'mo di contrappasso dantesco, si ritrova essere vittima di coloro che ha precedentemente violentato e picchiato.Non è capace di difendersi, così.... Non voglio rivelarvi il finale, sarebbe troppo presuntuoso da parte mia. Mi scuso inoltre se le informazioni che vi ho fornito siano sembrate rivelatrici della trama, ma ritengo importante la necessità di seguire una chiave di lettura adeguata.Comunque basta il nome di Kubrick per rendersi conto che non si tratta di un semplice film, ma di un'autentica opera d'arte da cui usciremo senz'altro sconvolti.
In "Arancia Meccanica" la sua impronta è già dall'inizio significativa. Il primo piano di Alex ci immerge immediatamente nel film.
Le immagini che vediamo formano un quadro in movimento. Una scena nel carcere ricorda "La ronda dei carcerati " di Van Gogh. La musica (di Walter Carlos) imprime in sé tutta l'essenza della trama.

La musica.

Possiamo considerare Beethoven come un secondo protagonista. Le sue note, soprattutto la 9° Sinfonia, vengono riprodotte quasi in modo cinico, come sottofondo alla violenza. La passione che Alex prova per il grande "Ludovico Van" è un elemento molto affascinante della storia e, nonostante sia messa a dura prova dall'evolversi delle vicende, rimane sempre intatta e incredibilmente contagiosa. Oltre a Beethoven, la musica di Rossini, Mozart e altri compositori classici crea una sintuosa cornice della storia. Alcune scene sono rimaste indelebili nell'immaginario collettivo.
La spiazzante dinamicità dell'azione in cui Alex si accoppia con due ragazze abbinata all'Overture di Rossini nel Guglielmo Tell, oppure l'interpretazione di "Singin' in the rain" di uno sprezzante Alex mentre picchia un povero scrittore e intento a violentare la malcapitata moglie. Quest'accoppiamento tra l'eleganza della musica e la malvagità espressa dai giovani è perfettamente controllato da Kubrick; è riuscito a non cadere nel banale, ma a rendere questo binomio parte attiva del soggetto. Il regista ha preso spunto dal libro di Anthony Burgess "Arancia Meccanica", uscito in Inghilterra nel 1962. Il titolo, in inglese Clockwork Orange", sembra perfetto per sintetizzare la meccanicità che Alex assume dopo il trattamento "Ludovico". E' diventato una specie di automa, incapace di soddisfare le proprie voglie.
Un altro tema in comune tra libro e film è lo slang espresso dai 4 drughi, il nadsat. Un linguaggio estremamente essenziale per definire alcuni termini significativi come Gulliver(testa), Devotchka(ragazza), ecc..

Come in ogni altro film di Kubrick, la trama è dominata dal pessimismo del regista verso l'umanità. Lui ritiene che l'uomo si evolva solamente per soddisfare i propri bisogni, sfruttando gli altri attraverso la violenza. Non vuole però criticare l'uomo inventandosi una ipocrita morale, ma compie un'attenta riflessione su questo argomento.Il suo lavoro è stato di una essenzialità unica. Il superfluo è stato tralasciato, i dialoghi ridotti al minimo, senza inutili divagazioni.Kubrick vuole avvicinarsi ogni volta alla perfezione. La sua tecnica l'ha sfiorata parecchie volte.La fotografia, l'uso della macchina da presa, gli obiettivi, le luci sono ancora un esempio per i cineasti più affermati.
Vi consiglio di vedere le sue opere. 13 in più di 40 anni di carriera. Una su tutte "2001 Odissea nello Spazio", forse il miglior film di fantascienza e non solo mai realizzato.La sua raffinatezza, la reale crudeltà che vuole rappresentare, la tecnica sopraffina abbinata ad un'acutezza esemplare rendono Stanley Kubrick il miglior regista di tutti i tempi.

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